Dott. Mattia Palleva

Psicologo e Psicoterapeuta | Riceve a Pordenone e Trieste

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Depressione

Superare la depressione è possibile 

 

Definita come “la malattia del secolo”, la depressione è una condizione molto frequente che è divenuta a far parte del linguaggio comune. E’ necessario però fare delle distinzioni tra una normale tristezza o apatia ed un quadro clinico depressivo.

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Conosci la depressione

La depressione e la tristezza: una differenza fondamentale 

 

Dati ISTAT riportano che “La depressione è il disturbo mentale più diffuso: si stima che in Italia superino i 2,8 milioni (5,4% delle persone di 15 anni e più) coloro che ne hanno sofferto nel corso del 2015 e siano 1,3 milioni (2,5%) coloro che hanno presentato i sintomi della depressione maggiore nelle due settimane precedenti l’intervista.”

Sempre i dati riportano che la media europea rispetto a quella italiana è ancora più alta  (1,7% contro 5,2% media Ue28) 

Come detto poco sopra la frequenza con cui sentiamo o diciamo frasi come “Oggi sono depresso”, oppure “Suvvia dai non deprimerti.”, sono allo stesso tempo indicative e fuorvianti.

L’incidenza di questa condizione non deve essere infatti confusa con la normale tristezza o apatia che si può talvolta provare, sia in assenza di stimoli esterni sia in presenza di determinati eventi di vita. Facciamo un esempio:

Essere tristi, con una sensazione di vuoto e di perdita davanti ad un licenziamento, alla fine di una relazione o ad un lutto è sano. Il ruolo ed il valore di queste emozioni è quello di permetterci di elaborare l’evento: in altre parole è una risposta evolutiva del nostro sistema. Una risposta dolorosa, certo, ma che non va confusa con la condizione di depressione.

Per discriminare tra una tristezza “sana” e una situazione depressiva ciò che è importante notare è la compromissione intensa e duratura nel tempo del normale funzionamento sociale della persona: dal ritiro all’impossibilità di eseguire alcune funzioni che prima invece venivano svolte quotidianamente fino al suicidio (o tentativi di).

 

Consultare un esperto innanzitutto per capire in quale condizione ci si trova è fondamentale.

 

“Dare il nome corretto” a quello che si sta provando è quindi il primo passo per poter affrontare il problema, nel minor tempo possibile.

 

Ma quali sono i sintomi della depressione?

Sintomi somatici, emotivi, comportamentali e cognitivi

Le mie forze creative sono state ridotte ad un’irrequieta indolenza. Non ho fantasia, nessun sentimento per la natura, e leggere mi è diventato ripugnante. Quando siamo derubati di noi stessi, siamo derubati di tutto!
Johann Wolfgang Goethe

 

 

La depressione si manifesta attraverso numerosi sintomi, che possono essere sintetizzati in quattro grandi aree: sintomi somatici, sintomi emotivi, sintomi comportamentali, sintomi cognitivi:

 

Sintomi somatici

  • perdita di energie,
  • senso di fatica,
  • disturbi della concentrazione e della memoria,
  • agitazione motoria e nervosismo,
  • perdita o aumento di peso,
  • disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia),
  • mancanza di desiderio sessuale,
  • dolori fisici,
  • senso di nausea.

 

 Sintomi emotivi

  • tristezza,
  • angoscia,
  • disperazione,
  • senso di colpa,
  • vuoto,
  • mancanza di speranza nel futuro,
  • perdita di interesse per qualsiasi attività,
  • irritabilità e ansia.

Sintomi comportamentali

  • riduzione delle attività quotidiane,
  • evitamento delle persone e isolamento sociale,
  • comportamenti passivi,
  • riduzione dell’attività sessuale
  • tentativi di suicidio.

Sintomi cognitivi 

  • rallentamento ideativo,
  • incapacità decisionale,
  • disturbi della concentrazione e della memoria,
  • ruminazione depressiva,
  • pensieri negativi su di sé, sul mondo e sul futuro,
  • idee di colpa, indegnità, rovina,
  • autosvalutazione,
  • autocommiserazione,
  • percezione del tempo rallentato,

 

 

 

Oltre a questo elenco di sintomi, probabilmente è ancora più utile vedere questo breve video diffuso dall’organizzazione mondiale della sanità per capire come ci si sente e come è possibile “ingannare” e superare quello che viene definito metaforicamente il “cane nero”.

Quello che viene mostrato nel video è l’impossibilità nel trarre piacere da qualsiasi tipo di attività, finendo così in un “buco nero” di mancanza di energie e disperazione.  La vergogna e l’isolamento poi non fanno altro che acutizzare la condizione, insieme ai tentativi iniziali di autocura.

 

E’ possibile uscire dalla depressione?

 La psicoterapia della Gestalt come trattamento della depressione

 

La risposta è si.
Come uscire dalla depressione è invece una questione che va valutata da persona a persona (sia per il livello di gravità sia per il tipo di cause scatenanti). Vi sono numerosi percorsi e tecniche che possono alleviare il senso di vuoto e disperazione che accompagna questa condizione.

Numerose ricerche confermano l’efficacia delle psicoterapie umanistico esistenziali come la Gestalt nel trattamento dei disturbi depressivi.

La psicoterapia della Gestalt può utilizzare una serie di strumenti specifici nella risoluzione del disturbo. Nello specifico:

 

  • Tecniche espressive: portare alla luce le nostre tensioni interiori, canalizzare quell’energia che genera il nodo dei nostri conflitti e definire, a poco a poco e a voce alta, la radice dei nostri problemi (esprimere quello che si prova)
  • Tecniche soppressive: eliminare qualcosa che rompe la nostra armonia con tutto quello che ci circonda e che, a sua volta, blocca questa unione salutare con il nostro essere interiore. (vivere nel qui ed ora)
  • Tecniche integrative: favorire quell’integrazione tra il nostro organismo e l’ambiente circostante, quell’equilibrio che adesso si è perso. (riconnetterci alle nostre necessità interiori e al contesto che ci circonda)
  • Tecniche creative: apprendere da quel percorso attraverso un processo creativo tirando fuori qualcosa di nuovo, un impulso con cui acquisire nuove risorse e capacità per creare un presente più ricco, più favorevole e, naturalmente, felice. (renderci persone più libere, più creative nella risoluzione dei nostri problemi quotidiani)

 

 

Guarire dalla depressione è quindi un processo di ricostruzione e riscoperta di noi stessi, come ben descritto da Margherita Biavati, psicoterapeuta e direttrice dell’Istituto Gestalt Bologna.

La Gestalt, considera la depressione come una condizione di vita intimamente connessa alla storia personale; la sensazione di angoscia svela l’esistenza di una realtà passata o presente di cui non si è consapevoli o che non si riesce ad accettare; affrontare questo disagio significa accogliere se stessi e la propria ferita per rinascere. Molte storie di depressione sono storie di risvegli; il passaggio attraverso il dolore è paragonabile ad un rito iniziatico in cui si abbandona una parte di sè fatta di malessere e immobilità, per contattare le potenzialità sopite della propria personalità e fare emergere le risorse creative e le vitalità nascoste nel profondo del proprio essere.

 

Affidarsi ad un professionista del settore resta la scelta migliore per tornare a caricare di positività la propria vita.

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